Psicoterapia individuale

“Non si tratta di cervelli rotti, ma di cuori spezzati”. Lorna Smith Benjamin.

Attraverso queste parole di Lorna Smith Benjamin è utile riflettere sull’importanza che le esperienze relazionali hanno, sin dalla nascita, nello sviluppo emotivo di ciascuno di noi. È la Benjamin a coniugare scienza e psicoterapia attraverso le ricerche sulla natura biologica dell’uomo; ricerche che spiegano quanto sono importanti le relazioni che costruiamo con l’altro significativo e quanto, proprio queste relazioni, rappresentano il fondamento della struttura di personalità di ciascun individuo.

Come esseri umani ci adattiamo all’ambiente in cui siamo immersi anche quando disfunzionale o nocivo alla nostra crescita, con l’imprescindibile obiettivo di rimanere vicini alle figure significative che amiamo, e dalle quali dipendiamo, per la nostra stessa sopravvivenza. La famiglia, dunque, organizza la personalità di ciascun individuo e i suoi schemi di funzionamento che sono, altresì, direttamente correlati ai sintomi che esprime.

 

Roma

In questo senso ogni psicopatologia diventa un “dono d’amore”, quello che facciamo ai nostri caregiver nella speranza che, stando alle loro aspettative, riusciremo a garantire a noi stessi la prossimità affettiva tanto sperata. Secondo quest’ottica la psicopatologia, o in generale la sofferenza e il disagio individuale, rappresenterebbe dunque una rinuncia, un sacrificio del proprio “Sé di diritto” in nome del “Sé anelante” rispondente a un bisogno di affetto e vicinanza. Ciò avviene su un piano non necessariamente consapevole e rappresenta il rischio che ciascun individuo corre di perdere la propria differenziazione, di non riconoscere i propri bisogni evolutivi, muovendosi così nel mondo come se si rivolgesse alle aspettative e alle esigenze delle sue figure interiorizzate.

Questi concetti assumono sostanza nel lavoro che il terapeuta sistemico fa con il singolo individuo nel corso di una psicoterapia individuale. Si lavora ponendo attenzione non solo all’organizzazione intrapsichica del paziente ma anche, e soprattutto, guardando alla relazione che egli stesso intrattiene con la sua famiglia interna, quella che si “porta nella testa”, che può differire da quella reale e favorire aree di sofferenza espresse attraverso sintomi talvolta importanti. 
L’obiettivo della terapia passa dunque, inevitabilmente, per il riconoscimento degli schemi personali e relazionali disfunzionali che creano sofferenza all’individuo, ponendosi come fine ultimo il miglioramento della qualità di vita del paziente.

Quando intraprendere una terapia individuale?

Non ci sono regole predefinite. È utile rivolgersi al professionista quando la sofferenza o il disagio percepiti sono significativi per chi li vive. Ad ogni modo la psicoterapia individuale può rappresentare un valido aiuto nei casi di:

  • disagio psicologico che si traduce in sintomi come ad esempio depressione, ansia, attacchi di panico, ossessioni e fobie;
  • difficoltà relazionali con amici, partner, familiari;
  • difficoltà lavorative;
  • disturbi alimentari;
  • difficoltà nella gestione della rabbia;
  • disturbi psicosomatici;
  • disturbi di personalità;
  • rielaborazione di esperienze traumatiche (per esempio incidenti, malattie, lutti, abuso fisico o psicologico, divorzio-separazione).